Solitamente, quando ricorre un compleanno è il festeggiato a ricevere i doni di familiari ed amici. L’anniversario di Sergio Tavano (1928-2025), celebrato ieri, giovedì 13 marzo, ad un mese dalla sua scomparsa, ha invertito questa prassi perché è stato lui ad offrire un dono, prezioso, alla sua comunità: il proprio archivio personale e la biblioteca che ha alimentato i suoi più che sessantennali studi. L’Archivio di Stato di Gorizia e la Biblioteca Statale Isontina hanno voluto rendere pubblico questo lascito, concordato con il compianto professor Tavano fin dallo scorso autunno. In collaborazione con la #Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, l’appuntamento mensile delle “Storie goriziane” svoltosi ieri è stato dunque interamente dedicato al ricordo affettuoso di questo intellettuale, alla presenza di un nutrito pubblico che ha colmato i locali della sala conferenze. Commossi gli interventi di Luca Caburlotto e di Marco Plesnicar, in rappresentanza del Ministero della Cultura, i quali hanno espresso l’impegno di valorizzare e rendere fruibile questo nuovo tassello che incrementa, qualitativamente, il patrimonio archivistico e librario statale. La testimonianza di Cecilia Tavano, figlia di Sergio, ha tracciato una vivida impressione di un uomo che ha saputo conciliare la dedizione al lavoro con le attenzioni alla famiglia. A seguire, Alessandro Quinzi, conservatore dei Musei provinciali di Gorizia ha tratteggiato con delicatezza un vivido ritratto del lungo percorso intellettuale che ha caratterizzato il profondo legame tra Aquileia, Gorizia e gli interessi di studioso dell’antichità cristiana, della storia dell’arte e della cultura plurale di queste terre. L’intuizione di Gorizia “città giardino”, intesa come realtà urbanistica storicamente consolidata ma anche “genius loci” etico e culturale permanente, è stato uno dei filoni che connettono direttamente il pensiero di Tavano agli esponenti di quella esaltante stagione goriziana del primo Novecento, Ervino Pocar, Antonio Morassi, Biagio Marin, da lui personalmente e idealmente frequentati nella stagione finale delle loro lunghe e sapide esistenze. Attraverso Sergio Tavano, questo humus ha raggiunto il primo quarto del XXI° secolo. Tavano, al pari di altri “grandi”, da ragazzo ha vissuto personalmente il dramma di Gorizia umiliata e contesa: con l’aiuto di maestri sapienti, è stato in grado di rielaborare le sofferenze collettive così da sublimarle in apertura mentale, disposizione alla sintesi e dirittura morale, l’unico antidoto contro l’irrazionalità esplosa durante il “secolo breve”. Si confida che lo studio dei materiali da lui devoluti all’Archivio di Stato di Gorizia e alla Biblioteca Statale Isontina possa riservare ulteriori stimoli d’indagine a chi condividerà, anche solo in parte, il trasporto, quasi metafisico, da lui vissuto per questa città posta sull’Isonzo, tra il monte ed il mare.

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