Elisabetta Baldas, nata Marini, moglie di Giacomo, nel marzo 1766 fece una deposizione giurata e chiese al giurisdicente di Versa di poter vendere parte del terreno che aveva portato in dote per l’acquisto di strumenti utili alla fornace del marito: ciò avrebbe potuto essere cosa “proficua e vantaggiosa per vantaggio e beneficio di tutta la famiglia”.
Ella spiegò che l’anno precedente suo marito aveva avuto per compagno un altro soggetto nel negozio della fornace e che avevano ricavato una somma non indifferente “di puri utili”; perciò, a distanza di un anno, il marito decise di sciogliere la società e di prendere il negozio unicamente per sé. Con la vendita del terreno dotale, Elisabetta poté pagare quanto spettava al socio del marito e “in conseguenza l’utile non sarà [stato] divisibile ma tutto ridonderà in profitto di mia famiglia ”.
Segnatura: ASGO, Pretura di Gradisca, b. 35, f. 35
Elisabetta dichiarò:
“Ho sentito a legere l’atto […] e dico che quello […] sia stato compillato per mio ordine […] atteso che io non sia stata sforzata con preghiere, ne con minacie dal mio m[arito], spontaneamente mi sono disposta […] [a] cedere in solutum per l’importo di fiorini 400 tanta terra di mia ragione dotale posta nelle pertinenze di questa Giurisdizione di Versa a quella persona, la quale si è esibita di far tall’esborso ad effetto, che questo dinaro venghi impiegato in comprar tanti effetti deservienti per il negozio della fornace […]“
Nell’atto la stessa Elisabetta fornì altre informazioni su di sé:
“Sono d’età d’anni 28 originaria della Villa Veneta di S. Pietro, ed ora abitante in questa Villa di Versa ove sono maritata et recte in reliquis.”
Il giurisdicente di Versa, Lorenzo Giuseppe Barone de Baselli, il 20 marzo 1766 diede il suo responso positivo:
“Vista la giurata deposizione della comparente stessa da cui rillevasi l’utilità che con la cessione in solutum di tanta terra di sua ragione dotale pell’importo di fiorini 400 per esser effettivamente impiegati nella compra di tanti effetti deservienti per il negozio della fornace del sig. di lei marito erretta in Versa, risultar possa a beneficio e vantaggio ubertoso di tutta la sua famiglia; resta perciò l’intiera validità e forza del contratto da stupularsi interposto il giudizial nostro decreto e authorità in supplementum cuiuscumque defectivo sint.”
Segnatura: ASGO, Pretura di Gradisca, b. 35, f. 35
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