Si sono appena concluse le vacanze di Natale e molti di noi, approfittando del periodo festivo, hanno intrapreso qualche viaggio, magari anche all’estero. Oggi lo spostarsi da un Paese all’altro appare del tutto normale: in Europa, con la firma della Convenzione di Schengen – avvenuta il 19 giugno 1990 – le frontiere tra gli Stati comunitari sono state del tutto aperte. Dall’inizio di quest’anno anche la Croazia, in virtù dello stesso trattato, ha aperto i proprî confini terrestri e marittimi, con grande beneficio di tutti coloro che debbono viaggiare per semplici motivi turistici o per interessi lavorativi. Spesso diamo per scontata la grande libertà della quale godiamo oggigiorno; solo guardando al passato possiamo renderci davvero conto di quanto siamo fortunati e di come dobbiamo difendere con tutte le nostre forze il mantenimento e la fortificazione di una casa comune europea.
Infatti poco più di un secolo fa le cose erano tutt’altro che semplici, soprattutto in un territorio “variegato” come il nostro, in special modo nel periodo in cui fu redatto il documento che qui si presenta. Siamo infatti in piena Grande guerra, nell’ottobre del 1917, a circa un mese dalla rotta di Caporetto. Il territorio del Comune di Cormons afferiva allora al Distretto politico di Gradisca occupato, ancora per pochi giorni, dal regio esercito italiano. Per spostarsi legalmente all’interno del Regno, gli abitanti delle zone ancora non legalmente annesse all’Italia necessitavano di un apposito lasciapassare, denominato “passaporto per l’interno”, poi “carta di passaggio”, con validità limitata a un anno. Persino una semplice sarta, Anna Brandolin, per rifornirsi di materiale utile per lo svolgimento del proprio lavoro doveva ricorrere a questo tipo di documento. Nel fondo archivistico Commissariato civile per il Distretto politico di Gradisca troviamo l’atto riprodotto in calce e possiamo leggere della necessità di Anna, allora ventiseienne, di recarsi, con il treno, a Udine, per ottenere dei generi di sartoria: un viaggio che sembra durare un secolo! È questo un documento di eccezionale rarità, considerato quanto sia generalmente difficile reperire materiale fotografico all’interno delle raccolte archivistiche conservato nel nostro Istituto. Possiamo oggi tentare di leggere negli occhi della giovane Anna tutte le sofferenze a cui la sua generazione è stata condannata dall’insensatezza della guerra, meditando su quanto sia prezioso il dono della pace e della collaborazione tra i popoli dell’Europa e del mondo.
Segnatura archivistica: ASGO, Commissariato civile per il Distretto politico di Gradisca (1917-1922), b. 1, f. 23
Via dell’Ospitale, 2
34170 Gorizia
tel. +39 0481 532105
Codice fiscale: 80001220310
direttore dott. Marco Plesnicar
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