Una serie archivistica molto interessante, soprattutto per reperire informazioni relative alla vita delle persone che hanno vissuto nel nostro territorio, è quella denominata Qualifica di profugo, pervenuta dalla Prefettura di Gorizia con l’ultimo versamento archivistico del 2019. Il personale dell’Archivio di Stato di Gorizia sta eseguendo la schedatura analitica di ogni singolo fascicolo, in modo da presentare alla propria utenza un altro database ricco di dati utili.
Il tema dei profughi, ovunque ci siano guerre e sofferenze, purtroppo è sempre attuale, come lo fu, nel nostro territorio di confine, anche al termine del secondo conflitto mondiale. Il Decreto legge del 3 settembre 1947, n. 884 prevedeva che le persone che, per motivi bellici e politici, erano state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, potessero presentare domanda alle Prefetture di riferimento (nella cui circoscrizione avveniva il rimpatrio o dove l’interessato dichiarava di stabilire la residenza), così da ottenere il riconoscimento della qualifica di profugo, al fine di beneficiare di tutti quegli interventi assistenziali di prima necessità. La domanda, per essere accettata, doveva elencare le generalità complete del richiedente, la località di nuova residenza, il territorio di provenienza e le circostanze che ne avevano determinato il rimpatrio. Erano quindi allegati lo stato di famiglia (qualora la qualifica dovesse essere estesa anche agli altri familiari), un documento attestante la cittadinanza italiana del richiedente (rilasciato dal Comune) e un documento comprovante il possesso della cittadinanza italiana al momento dell’abbandono del domicilio. La Prefettura interessata, nell’analizzare tale documentazione, cercava di ottenere quante più informazioni possibili sul richiedente, in particolare sulla lingua utilizzata in pubblico, sulla fede politica, sulla condotta civica e morale nonché sull’eventuale sussistenza di condanne penali. Alcune domande di qualifica furono respinte, in quanto la persona aveva manifestato delle simpatie verso il regime jugoslavo o un credo politico non considerato idoneo al rilascio della qualifica.
Come sopraddetto, al di là delle valutazioni di merito su tale procedura, tutti questi dati sono fondamentali per raccogliere informazioni sulle persone che orbitarono intorno al territorio goriziano. Le storie di famiglia sono sempre molto interessanti e rappresentano uno degli argomenti più ricercati dagli utenti del nostro Istituto, per motivi personali, per motivi culturali o per far valere un diritto (ed è proprio questa poliedricità dei documenti che rende il mondo degli archivi così interessante).
Non è da meno la storia di tale Valerio Zanier, la cui richiesta di riconoscimento della qualifica di profugo è stata scelta come documento di questo mese. Zanier, nato a Trieste, fu costretto ad abbandonare la sua dimora a Postumia / Postojna, insieme alla moglie Romana, nel maggio 1944, a causa dell’instabilità determinata dagli eventi bellici. Essi esercitarono il diritto di opzione per la conservazione della cittadinanza italiana il 20 agosto 1948 a Monfalcone, località che scelsero come nuova dimora. Fortunatamente all’interno di questo fascicolo è stata allegata anche la “Tessera di frontiera per il confine jugoslavo” (Pogranična karta) che, oltre a evidenziare gli spostamenti effettuati dalla persona, presenta anche una foto. Questo particolare documento è piuttosto raro da reperire in pratiche analoghe.
Trattando di vicende legate alle persone, dare loro un volto ci permette di comprendere meglio le difficoltà che esse dovettero attraversare in quel delicato periodo storico. Guardandole negli occhi, conoscendo la loro storia, possiamo essere ancora più sensibili verso tutti coloro che a caro prezzo sono costretti ad abbandonare le proprie dimore, alla ricerca di una serenità che possa essere duratura.
Segnatura archivistica: ASGO, Prefettura di Gorizia – Archivio generale – Qualifica di profugo, b. 232, f. Z, n. 9573
Via dell’Ospitale, 2
34170 Gorizia
tel. +39 0481 532105
Codice fiscale: 80001220310
direttore dott. Marco Plesnicar
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