Giugno 2025 – Messieurs les goriciens: nobili servitori o gente disgraziata?

L’esilio della famiglia reale francese dei Borbone a Gorizia, iniziato nel 1836, fu un periodo che portò alla città notevole fama e prestigio; è proprio qui che, il 3 giugno 1844, morì Luigi Antonio di Borbone-Francia, figlio primogenito del re deposto Carlo X, e fu questa l’occasione per un fedele sostenitore realista proveniente dalla Marna, Casimir de Muizon, per scrivere una lettera colma di sentimento e gratitudine indirizzata direttamente ai goriziani, Messieurs les goriciens. Nel messaggio, redatto in risposta alla notizia della “sublime morte di Sua Altezza Reale Monsignore il Duca di Angoulême”, egli si dimostrava afflitto ma profondamente ammirato dall’accoglienza riservata dai goriziani alla famiglia reale, spendendo profuse parole di lode ed immaginando la gioia del duca per aver avuto degli ospiti così leali da “onorare la sventura tanto degnamente”. Nel componimento allegato, il devoto suddito si addolorava, quasi spasmodicamente, per le pene patite dal duca, ritratto come un “martire”, un “eroe cristiano” costretto a combattere morendo in terra straniera e “soccombendo ai dardi della perversità”, per poi concludere, ancora una volta, con un singolare ringraziamento ai signori goriziani e un auspicio che l’“esule reale, lasciando il porto, toccato dai vostri ossequi nel suo crudele naufragio saprà solennizzare la vostra ospitalità”.

Eppure non tutti i sostenitori dei Borbone poterono dirsi poi così soddisfatti della sistemazione goriziana dei reali; il visconte Larochefoucauld, in una cronaca redatta in occasione del suo pellegrinaggio a Gorizia nel 1839, descrisse la città come “meschina […], circondata da sterili montagne”, con una popolazione “né bella né pulita, case di sgradevole esteriore” e, riferendosi alla dimora dei sovrani, “una casuccia mal situata su una collina […] malgrado il pomposo titolo che le si dà di Palazzo Strassoldo”. Insomma, un luogo di esilio disgraziato e degli abitanti derelitti: una descrizione che contrasta alquanto con quella dipinta a tinte rosee da Casimir de Muizon. Possibile che quest’ultimo non avesse mai personalmente messo piede in città? O che il visconte valutasse con eccessivo rigore una piccola e periferica città dell’impero asburgico?

Ad ogni modo, ancora oggi il convento francescano della Castagnavizza, a Nova Gorica, custodisce con cura le spoglie di alcuni membri della famiglia reale dei Borbone fuggiti dalla Francia in seguito alla Rivoluzione di Luglio del 1830 e rifugiati a Gorizia a partire dal 1836: vi riposano, presso la cripta, le salme di Carlo X, re di Francia tra 1824 e 1830, suo figlio Luigi Antonio con la moglie Maria Teresa, ultima discendente di Luigi XVI e Maria Antonietta, e i loro nipoti Luisa Maria ed Enrico con la moglie Maria Teresa d’Asburgo-Este.

Le testimonianze sul soggiorno degli esuli reali francesi a Gorizia, assieme ad altri libri e documenti appartenenti al fondo della famiglia Coronini Cronberg conservato presso l’Archivio di Stato di Gorizia, potranno essere ammirate nella mostra “I Borbone di Francia a Gorizia”, allestita presso le scuderie di Palazzo Coronini Cronberg fino al 25 gennaio 2006.

Segnatura archivistica: Archivio Storico Coronini Cronberg, Materiali Claricini, b. 5 u. 17

Condividi

Facebook
Twitter
Email
WhatsApp
Fondi archivistici
Vedi gli altri

Articoli

Una casa per Bruno

Esattamente una settimana fa, il 30 maggio, in occasione del Festival èStoria si è svolto un incontro a cura della Fondazione Osiride Brovedani onlus, dal titolo “Una “casa” per Bruno”.

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie legati alla presenza di plugin di terze parti. Se vuoi saperne di più, leggi l’informativa estesa. Continuando la navigazione si acconsente all’utilizzo dei cookie​