I documenti che si presentano in questa pagina aprono una finestra sulla condizione di molte donne dalla seconda metà dell’Ottocento e per più di un secolo…
Anna Žbogar, nata a Prevacina, centro della valle del Vipacco, nel 1919, visse stabilmente in Italia dal 1934, quando fu ospitata a Brescia nel collegio “Divina Provvidenza”; nel 1940 uscì dal collegio ed andò a Roma presso Maria Rossetti come aiuto sarta.
Dopo vari trasferimenti, dal 10 ottobre 1946, si stabilì a Gorizia, dove fu “occupata come ricamatrice presso “Galli” [L’Arte del Ricamo], in questa via Morelli nr. 29”.
In un altro documento si riesce ad avere qualche informazione sulla famiglia di Anna e si scopre, fra le altre cose, che il padre fu ucciso dalle truppe tedesche operanti in quella zona.
La madre, Amalia Cerne,“risiedeva a Cairo d’Egitto, dove trovasi tuttora da 25 anni, come dama di corte presso la casa del Re Faruk.”
Amalia apparteneva alla schiera delle cosiddette “Aleksandrinke”, termine sloveno che sta ad indicare quelle migliaia di donne che dal territorio goriziano appartenuto un tempo all’impero asburgico partirono per l’Egitto in cerca di lavoro: erano balie, domestiche, cuoche, governanti, accolte e ben pagate da famiglie facoltose. Si trattò di un rilevante fenomeno migratorio al femminile, incrementato con l’apertura del Canale di Suez nel 1869. La maggior parte di queste donne proveniva dalla valle del fiume Vipacco (Vipava); nei villaggi e nelle campagne restavano i padri e i mariti delle donne che lasciavano la casa e i bambini, accuditi dalle nonne e dalle vicine. Ad Alessandria d’Egitto il commercio era fiorente e queste ragazze, anche se di umile provenienza, erano ben educate e istruite, imparavano presto lingue e consuetudini diverse, erano apprezzate per il loro contegno decoroso, ordinato e per essere amorevoli con i bambini.
A Prvačina oggi si trova la “Casa-museo delle Aleksandrinke”, sede dalla Društvo za ohranjanje kulturne dediščine aleksandrink Prvačina – Associazione per la preservazione del patrimonio culturale delle aleksandrinke.
(Testo a cura della dott.ssa Elena De Vecchi)
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