Temporanea restrizione presa pezzi
A partire dal 4 novembre 2024 e fino a nuove disposizioni contrarie, l’utente potrà chiedere giornalmente fino ad un massimo di 3 (tre) unità
Vi presentiamo una lettera datata 28 agosto 1946, inviata dal presidente dell’Amministrazione provinciale dell’Istria, con sede a Pola, alla Direzione generale dell’Amministrazione civile e, in particolare, all’Ufficio addetto al collocamento dei profughi giuliani presso il Ministero dell’Interno. Il documento tocca da vicino il futuro degli impiegati che, di lì a poco, sarebbero diventati esuli; tratta infatti della loro sistemazione presso altre province italiane qualora la città, facente parte di un “exclave” della Zona A, fosse ceduta alla Jugoslavia, al pari di gran parte della penisola istriana già amministrata dai poteri popolari jugoslavi.
Il presidente trasmette, in allegato, la documentazione utile all’emissione dei decreti per i funzionari della provincia istriana che avevano presentato le domande di collocamento temporaneo e chiede che sia disposta “una immediata assegnazione delle nuovi sedi di lavoro”, auspicando l’accoglimento dele successive domande da parte del personale al momento assente da Pola.
Una specifica è d’obbligo: “Resta naturalmente inteso che i funzionari non lascieranno questa Provincia prima che non siano definitivamente decise in senso sfavorevole le sorti dell’Istria”.
Rinnova, inoltre, la preghiera affinché sia valutata la “possibilità di concedere al personale esule dipendente degli enti locali un trattamento di missione e trasferta pari a quello in vigore per il personale statale e, contemporaneamente, in considerazione delle gravi difficoltà finanziarie in cui si dibattono gli impiegati di questa categoria sprovvisti di mezzi per sobbarcarsi l’onere del trasferimento nella penisola, accordi, in via eccezionale, un congruo anticipo sullo stipendio o sulle indennità di missione e trasferta, da pagarsi all’arrivo del personale nella nuova sede.”
Quest’ultima invocazione trascende il linguaggio burocratico perché svela la paura di un futuro incerto, forse tragico: per i benemeriti funzionari dell’amministrazione provinciale polese “l’esodo, nel caso di assegnazione dell’Istria alla Jugoslavia, rappresenta l’unica via di salvezza”.
Segnatura archivistica: ASGO, Prefettura di Gorizia – Ufficio stralcio di Pola (1919-1947), b. 31.
NB:
Nel documento si fa riferimento al decreto legislativo luogotenenziale 22 febbraio 1946, n. 137 (PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.83 DEL 9 APRILE 1946) sul “TEMPORANEO COLLOCAMENTO PRESSO ENTI LOCALI DEL PERSONALE APPARTENENTE AD ENTI SIMILARI DI TERRITORI OCCUPATI NELLE ZONE DI CONFINE”.
A partire dal 4 novembre 2024 e fino a nuove disposizioni contrarie, l’utente potrà chiedere giornalmente fino ad un massimo di 3 (tre) unità
Siamo nel 1802 e il goriziano Giuseppe Persoglia, preso d’amore per questo sport, scrive che, incitato da alcuni Cavalieri e Cittadini di questa città, si è deciso a “tenere il gioco del Pallone, affine di divertire il Publico” con questo “tratenimento” “onesto e nobile che non fa pregiudizio ad alcuni, e desiderato da molti”
Nella sala conferenze della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, nell’ambito del ciclo di incontri “Storie goriziane. Documenti e voci di un territorio”, il direttore dell’Archivio di Stato di Gorizia, Marco Plesnicar, ha illustrato l’esito del lavoro relativo ad un piccolo ma prezioso complesso documentario
Conferenza di Marco Plesnicar su “Il riordinamento degli Atti civili del Giudizio distrettuale di Quisca (1791-1846)”
Giovedì 24 ottobre 2024 alle ore 18:00 a Palazzo Coronini Cronberg (ingresso da via Coronini 1)
Anche quest’anno la “Domenica di carta” dell’Archivio di Stato di Gorizia si è conclusa con un “tutto esauri-to”: nella mattina di ieri, 13 ottobre 2024 si è infatti svolta la tradizionale iniziativa promossa dal Ministero della cultura per valorizzare gli archivi e le biblioteche statali.
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